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Nel cuore verde del Béarn, con i Pirenei sullo sfondo, Jean-Pierre Proharam coltiva poco più di 5 ettari di vigna con mano sensibile e visione chiara. Giovane produttore, appassionato e meticoloso, ha scelto fin da subito la biodinamica come linguaggio per entrare in dialogo con il suo terroir.
A Saint-Faust, nel cuore del Jurançon, una delle zone più affascinanti e promettenti del sud-ovest francese, Jean-Pierre lavora principalmente con i vitigni autoctoni Petit Manseng, Gros Manseng e Petit Courbu. Le sue vigne sono vive, curate senza chimica, e osservate con attenzione quotidiana: il risultato è un frutto integro, espressivo, che non ha bisogno di correzioni in cantina.
In cantina, infatti, si prosegue sulla stessa linea: fermentazioni spontanee, nessun intervento tecnico, affinamenti lunghi in legno e solo minime dosi di solforosa in imbottigliamento. Il suo stile è puro, diretto, profondamente territoriale, capace di esprimere tanto in dolce quanto – e forse ancor di più – nei bianchi secchi, come il sorprendente Esberit.
I vini di Haugarot sono ancora una scoperta per pochi, ma chi li prova capisce subito di avere di fronte un grande interprete contemporaneo del Jurançon, e il bello è che, essendo ancora agli albori del rinascimento di questa appellation, il rapporto qualità-prezzo è semplicemente incredibile. Siamo davanti a bottiglie che hanno già la stoffa dei grandi bianchi francesi, ma con un prezzo ancora accessibile — per poco.